In data 23 febbraio 2022, la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di Regolamento [1] (la “Proposta” o il “Data Act”) per consentire agli utenti e ai produttori di dispositivi connessi di avere accesso ai dati da essi generati e di esercitare un maggior controllo sui medesimi, in modo tale da favorire la disponibilità di dati per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e per adattare la produzione alle esigenze della prassi.
L’obiettivo dichiarato del Data Act è quello di (i) accrescere la fiducia nella condivisione dei dati, (ii) potenziare i meccanismi che aumentano la disponibilità dei dati e (iii) superare gli ostacoli tecnici al riutilizzo dei dati al fine di porre le basi per una nuova modalità europea di governance dei dati, come alternativa al modello di piattaforma che vede attualmente protagoniste le imprese Big Tech.
Le nuove norme avranno come destinatari:
- i fabbricanti di prodotti e i fornitori di servizi connessi immessi sul mercato nell’UE e gli utenti di tali prodotti o servizi;
- i titolari dei dati che li mettono a disposizione di terzi all’interno dell’UE;
- i terzi destinatari dei dati nell’UE ai quali vengono messi a disposizione tali dati;
- gli enti pubblici, le istituzioni, le agenzie o gli organismi dell’UE, i quali richiedano ai titolari di dati di mettere a disposizione i dati qualora vi sia una necessità eccezionale per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico e i titolari di tali dati;
- i fornitori di servizi di trattamento dei dati che offrono tali servizi ai clienti nell’Unione.
Quanto al contenuto, la Proposta comprende, innanzitutto, misure per permettere agli utenti dei dispositivi connessi di accedere ai dati da essi generati – spesso raccolti esclusivamente dai produttori dei dispositivi stessi – e di condividere tali dati con terze parti per fornire servizi innovativi post-vendita (“aftermarket”) o altri servizi innovativi basati sui dati [2].
In secondo luogo, la Proposta mira a riequilibrare il potere negoziale delle PMI, impedendo l’abuso di squilibri contrattuali nei contratti di condivisione dei dati, al fine di proteggerle da termini contrattuali iniqui imposti da una parte con una posizione negoziale significativamente più forte. Per il medesimo scopo, la Commissione si propone di sviluppare anche dei modelli di termini contrattuali per aiutare queste tipologie di società a redigere e negoziare contratti equi di condivisione dei dati.
Il Data Act prevede inoltre specifiche disposizioni finalizzate a consentire l’accesso da parte degli enti pubblici ai dati detenuti dal settore privato e il loro conseguente utilizzo laddove siano necessari per circostanze eccezionali, in particolare in caso di emergenza pubblica, come inondazioni e incendi, o per attuare un mandato legale se i dati non sono altrimenti disponibili.
Nella Proposta sono altresì comprese nuove regole che permetteranno ai clienti di passare efficacemente da un fornitore all’altro di servizi di elaborazione dei dati in-the-cloud e che metteranno in atto misure di salvaguardia contro il trasferimento illegale degli stessi.
La Proposta sarà presentata al Parlamento Europeo e al Consiglio per l’approvazione. Una volta approvato, il Data Act entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e il suo contenuto sarà direttamente applicabile in ciascuno degli Stati Membri decorsi 12 mesi dall’entrata in vigore.
Il testo integrale della Proposta è disponibile al seguente link:
https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/data-act-proposal-regulation-harmonised-rules-fair-access-and-use-data
[1] Regulation of the European Parliament and of the Council on harmonised rules on fair access to and use of data (Data Act).
[2] In questo modo, come chiarisce la Commissione, i consumatori e gli utenti come gli agricoltori, le compagnie aeree o le imprese di costruzione, avendo la possibilità di accedere a più informazioni, saranno in grado di prendere decisioni migliori come l’acquisto di prodotti e servizi di qualità superiore o più sostenibili, contribuendo agli obiettivi del Green Deal europeo. Gli operatori commerciali e industriali avranno più dati a disposizione e beneficeranno di un mercato di dati competitivo. I fornitori di servizi post-vendita saranno in grado di offrire servizi maggiormente personalizzati e di competere alla pari con servizi comparabili offerti dai produttori, mentre i dati potranno essere combinati per sviluppare anche servizi digitali completamente nuovi.